lunedì 2 febbraio 2009

L'Impresa di Fiume: gli avvenimenti


Tra l'11 e 12 settembre del 1919 il poeta italiano
, indossata la divisa di tenente-colonnello dei Lancieri di Novara e al comando di alcune migliaia di soldati appartenenti al reggimento dei Granatieri di Sardegna (l'impresa richiamò poi a Fiume anche artisti ed intellettuali di diverso orientamento politico), partito da Ronchi in provincia di Gorizia arrivò a Fiume, occupando la città contesa e concretizzando gli orientamenti nazionalisti italiani, che vedevano nelle conclusioni alle quali si stava pervenendo a Versailles il presupposto per l'affermarsi di una "vittoria mutilata" (la convinzione diffusa fra gli ambienti nazionalisti e reducistici del primo dopoguerra che l'Italia non avesse ricevuto una sufficiente ricompensa per il suo contributo alla vittoria sull'Impero Austro-Ungarico nell'autunno del 1918).



Foto di legionari partecipanti all'impresa fiumana


Granatieri di Sardegna a Fiume


L'impresa di D'Annunzio fu accolta con entusiasmo dalla popolazione di Fiume, galvanizzata dai discorsi del poeta italiano.
L'anno successivo i legionari di D'Annunzio occuparono anche Zara, dopo che il poeta ebbe proclamato, l'8 settembre 1920, la Reggenza Italiana del Carnaro.


Gonfalone della Reggenza Italiana del Carnaro, su progetto di Adolfo De Carolis, 1919. Nel cartiglio, il motto "Qui contra nos?" ("Chi contro di noi?").


Contestualmente, il poeta italiano, con la collaborazione di Alceste De Ambris (esponente del sindacalismo rivoluzionario italiano), promulgò la rivoluzionaria "Carta del Carnaro" [a seguito la premessa di De Ambris e gli articoli 2 e 5], che costituì, sebbene per un breve periodo, la costituzione della città di Fiume.

« Il Popolo della Libera Città di Fiume, in nome delle sue secolari franchigie e dell'inalienabile diritto di autodecisione, ric onferma di voler far parte integrante dello Stato Italiano mediante un'esplicito atto di annessione; ma poichè l'altrui prepotenza gli vieta per ora il compimento di questa leggittima volontà, delibera di darsi una Costituzione per l'ordinamento politico ed amministrativo del Territorio (C ittà, Porto e Distretto) [...] e degli altri territori adriatici che intendono seguirne le sorti. »
« Art. 2 - La Repubblica del Carnaro è una democraziadiretta, che ha per base il lavoro produttivo e come criterio organico le più larghe autonomie funzionali e locali. Essa conferma perciò la sovra nità collettiva di tutti i cittadini senza dis tinzione di sesso, di razza, di lingua, di classe e di religione; ma riconosce maggiori diritti ai produttori e decentra, per quanto è possibile, i poteri dello Stato, onde assicurare l'armonica convivenza degli elementi che la compongono. »

« Art. 5 - La Costituzione garantisce i noltre a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, l'istruzione primaria, il lavoro compensato con un minimo di salario sufficiente alla vita, l'assistenza in caso di malattia o d'involontaria disoccupazione, la pensione per la vecchiaia, l'uso dei beni legittimamente acquistati, l'inviolabilità del domicilio, l'habeas corpus, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario o di abuso di potere. »


Il primo francobollo della Reggenza del Carnaro, emesso il 12 settembre 1920, con l'effigie di D'Annunzio ed il motto "hic manebimus optime" ("Qui staremo benissimo")


L'impresa di D'Annunzio tuttavia si scontrò ben presto con la politica estera condotta dagli uomini politici italiani.
Il 12 novembre 1920 infatti, il nuovo governo guidato da Giovanni Giolitti raggiunse un'intesa con la neonata Iugoslavia attraverso il Trattato di Rapallo. In esso si stabiliva che Zara e l'Istria passassero all'Italia, mentre la Dalmazia rimanesse all'interno dello Stato slavo. La questione di Fiume veniva risolta dichiarando la città Stato indipendente.

La decisione della diplomazia internazionale venne mal accolta da D'annunzio e i suoi legionari, i quali definirono più volte il trattato un vero e proprio crimine.
Così le milizie fiumane e il loro comandante decisero di opporre resistenza alla decisione dello stesso governo italiano, respingendo qualsiasi forma di compromesso.

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